Titolo: Motlaq
A cura di: Bruno Corà
Luogo: Tehran Museum of Contemporary Art [Iran]
Data: 14 giugno – 7 agosto 2015

MOTLAQ

Tehran Museum of Contemporary Art

«MOTLAQ è la goccia che cade in un mare immenso senza disperdersi come fosse una perla che scende quieta negli abissi per toccare la profondità del sentire» (Bizhan Bassiri)

La mostra MOTLAQ, al Tehran Museum of Contemporary Art, segna il ritorno di Bizhan Bassiri in Iran dopo quasi 40 anni, da quando l’artista nel 1975 era giunto in Italia per studiare all’Accademia di Belle Arti.
Un repertorio impressionante di opere, quasi a voler segnare un “ritorno” a mani piene di offerte e doni dopo una lunga assenza, visualizza più propriamente l’essenza di MOTLAQ.

Sulle pareti dipinte di nero l’artista colloca le singole “evaporazioni” del ciclo inedito Volto (2015), al centro di ciascun ambiente installa- come spina dorsale- le storiche forme dei Leggii (1984) e in un altro le Erme (1996), ottenendo rapporti di frontalità. In entrambi i casi, sia le Erme che i Leggii sono poggiati su un sentiero bianco di polvere di marmo sopraelevato rispetto al pavimento, creando una leggera sospensione che alleggerisce le forme. Proseguendo il percorso museale, una sala accoglie, su basi scure, le sei Serpi Auree (2013) allineate anch’esse come le Erme e i Leggii su un sentiero di polvere di marmo, al centro della sala I Dadi Della Sorte, «cubi prodigiosi sorti dalla mente e immersi in un piccolo lago di mercurio» (Bruno Corà)

Sulle pareti di questa sala Bassiri pone una serie di “evaporazioni” in bianco e nero in cui è raffigurato lo sviluppo della Tempesta, 2015 sul pendio vulcanico, apparendo come identità incontrate e disperse lungo l’intenso corso della vita, in realtà appartenenti più al sogno che alla realtà.
In questa grande opera l’osservatore si trova davanti gli Specchi solari (1988) che riflettono solo luce o davanti a preziose vetrine in cui sono custodite disegni che evocano il vulcano o il suo magma ispiratore di “somme animali”, uccelli mitici e draghi derivanti dalle lingue di fuoco del vulcano.