La mostra “Sorgente” di Bizhan Bassiri ospitata presso lo storico edificio costruito nel Cinquecento dall’Architetto Mimar Sinan, Tophane-i Amire, rappresenta una felice giustapposizione di arte moderna e al contempo primordiale e di architettura ottomana. La geometria dell’edificio si fonde con la disposizione geometrica delle numerose sculture schierate quasi in formazione militare. I centoventi ritratti di Bassiri, fatti di pietre e magma provenienti dal Vesuvio, posate su erme di ferro, sono stati installati lungo la navata centrale in quattro file. In direzione opposta, una bestia di bronzo si erge, pronta ad attaccare. Dietro i ritratti un’altra schiera di erme, allestita verticalmente, porta i 60 libri di Bassiri scritti a mano. Questi libri contengono le sue poesie in italiano e in persiano, che inizia a scrivere nel 1983 come una specie di diario.
La presentazione della mostra ad Istanbul, dopo Sarajevo, non è casuale: costituisce in effetti una tappa del percorso dell’artista italiano di origini iraniane che riporta il suo messaggio culturale verso l’Oriente delle sue origini. L’Italia tramite l’opera di Bizhan Bassiri torna ad essere paese cerniera fra le culture del mediterraneo.

«È seguendo un invisibile disegno – che solo l’arte è in grado di tracciare e mantenere integro nell’animo dell’artista – che Bizhan Bassiri è giunto a costruire entro la poderosa e storica architettura di Tophane-i Amire, nel quartiere di Beyoglu di Istanbul., la geometrica immagine da lui definita “Sorgente”. Si può ritenere, infatti, che la strutturata composizione di forme con cui Bassiri è riuscito a dominare spazialmente i vasti ambienti, articolari in tre alte e lunghe navate dell’antica fonderia ottomana di cannoni, costituiscano un’unica suggestione poetica, offerta oltretutto in un luogo carico di memorie e di una considerevole architettura. “Sorgente è un progetto espositivo compendiario che riunisce insieme alcuni episodi significativi e di svolta della creazione di Bassiri. La prismatica idea allestitiva, concepita dall’artista appositamente per Tophane, pone in relazione quattro cicli diversi di opere, oltretutto distanziati temporalmente tra loro di circa venti anni e inoltre individua in essi un fulcro ideale in quella più recente versione della morfologia della Bestia (2004) che, per essere stata collocata in posizione avanzata e centrale rispetto all’ingresso dell’edificio, assume una valenza trainante e catalizzatrice del grande insieme plastico concepito da Bassiri. I cicli che l’artista ha integrato tra loro in “Sorgente” sono quelli di Erme (1996-2002), dei Leggii (1983), dei Bastioni (2004) e infine della Bestia (2000)» (Bruno Corà)